Pubblicato il 2021-10-25
Sulla canoa canadese [1], la sagoma del dio Kokopelli suona il flauto e danza incurvando la schiena. La prua fende lo specchio dʼacqua senza ferirlo, sospinta da pagaiate rare, leggere e silenziose. È tutto una carezza. La brezza accarezza i rami dei salici, le foglie degli ontani accarezzano il pelo dellʼacqua, quelle delle tamerici accarezzano il tuo viso mentre costeggi la riva. Una penisoletta di tife e canne piumate ti chiude la prospettiva; la aggiri e –sorpresa!– sfiori unʼarcipelago di ninfee che si schiudono al primo sole. Allʼimprovviso un cinguettio allarmato; alzi la testa: è lʼusignolo di fiume che segnala la tua insolita presenza agli altri animali… Ed eccoli, gli altri animali: proprio in mezzo al fiume, in lontananza, delle grosse bestie dal manto fulvo… Cervi? Bisonti?! No. Nonostante la danza di Kokopelli, non siamo in una riserva dei Navaho: siamo in Sardegna, precisamente in Gallura, tra Santa Teresa Gallura e Palau, e quelle sono delle comuni vacche di razza limousine. Bevono, si rinfrescano, sgranocchiano qualche cima di ontano e ti guardano con i loro occhi placidi, a dire il vero con poca curiosità. Sono attese sulla riva dai vitellini nati da pochi giorni…
Questo è il bello di unʼescursione in un fiume mediterraneo come Liscia [2]: percorri una via dʼacqua, uno scrigno di biodiversità racchiuso da due rive di vegetazione varia e rigogliosa che ti danno lʼillusione di esplorare un territorio selvaggio, non fosse per gli squarci che si aprono di tanto in tanto sui pascoli, per una casa di stazzo sulla collina, un pilastro con un argano, una barchetta a secco nel canneto, due pescatori in unʼansa che ti ricordano che sei pur sempre a un passo dal "mondo civile".
Sorpassata la piscina delle mucche rosse, il fiume si allarga in una piazza luccicante, circondata da canneti come palazzi, sorvolati da un maschio di falco di palude. Allʼorizzonte le montagne azzurrine della Corsica. Lʼaria dʼottobre è fresca, ma il sole riscalda e ti convince a liberarti della giacca a vento [3]. La guida suggerisce di puntare il binocolo e la macchina fotografica su un ramo morto che spunta dallʼacqua. In effetti ha una bella forma, sembra una statua postmoder… Uh?! Il ramo spicca il volo! Era una femmina di cormorano con la livrea nuziale. Non fai in tempo ad accompagnare con lo sguardo il suo volo che lʼattenzione è richiamata dalla stramba silhouette di un airone cenerino. Soffochi unʼesclamazione per non disturbare troppo gli abitanti del fiume [4], che scopri curva dopo curva: poiane, aironi bianchi, guardabuoi, garzette, una tartaruga dʼacqua, i nidi a galleria dei gruccioni, i versi del timido porciglione, i tuffi dei tuffetti, i riflessi dorati di una carpa e infine la meraviglia concentrata in un frullio dʼali sullʼacqua: la saetta turchese e arancio di un martin pescatore.
Lʼaria salmastra, lʼacqua sempre più blu e il guizzo di un muggine ti avvertono che la foce è vicina. Il fiume si frammenta in un labirinto dʼisolotti formati da canneti apparentemente impenetrabili. Fortuna che sei in buone mani: la guida [5] conosce tutti i meandri del fiume, le secche e gli ostacoli, ma soprattutto insegna ad apprezzare e rispettare questo ecosistema tanto ricco quanto fragile. La foce è ancora chiusa dalla spiaggia. La sabbia riscalda i piedi. Il panorama marino è superbo: i promontori dellʼIsola dei Gabbiani e di Culuccia, lʼisola di Spargi, le Bocche di Bonifacio, le isole e i monti della Corsica… Eppure gli dedichi solo un minuto. Non puoi fare a meno di voltarti verso il fiume che ti ha portato fin qui, regalandoti questa esperienza indimenticabile, la sua bellezza nascosta, la sua ricchezza, la sua pace.
[1] La canoa canadese, il kayak, il canotto, lo stand up paddle (SUP), una piccola barca (a remi o con motore rigorosamente elettrico) sono tutti veicoli acquatici validi per praticare lʼescursionismo sostenibile nelle aree umide. Ma è soprattutto il tuo comportamento a fare la differenza. Innanzitutto è preferibile affidarsi a delle guide qualificate che conoscono bene il territorio e garantiscono più sicurezza per lʼambiente e per te stesso. In ogni caso è importante informarsi bene e chiedere consiglio a guide, associazioni e info point sulle modalità di fruizione delle aree, anche perché possono rivelarti inattese opportunità come il bird-watching, lo yoga in acqua, la meditazione e altro ancora!
[2] La Gallura ha tanti piccoli corsi dʼacqua, ma solo quattro possono essere considerati fiumi veri e propri, con acqua corrente anche dʼestate. Due formano i confini naturali della regione: a ovest il Coghinas, che sfocia tra Valledoria e Castelsardo; a est il Posada, che nel tratto terminale scorre sotto la rocca medievale dellʼomonimo paese. I due fiumi della Gallura interna sono il Padrongianus (o Padrogiano), che sfocia a sud di Olbia, e il fiume Liscia. Tutti questi creano delle interessanti e spesso poco conosciute aree umide costiere, di grande interesse naturalistico e paesaggistico. Lu Riu di Liscia nasce sul Monte Limbara, a 1362 metri sul livello del mare, il punto più alto della Gallura, e scorre in direzione nord attraversando tutta la regione e cambiando nome più volte. Nella stagione secca, la foce è chiusa dalle dune sabbiose e questo fa sì che il tratto terminale sia privo di correnti, formando una specie di lago lungo e stretto, ideale per una pagaiata meditativa.
[3] Lʼabbigliamento adatto per unʼescursione fluviale dipende dalla stagione e dal momento della giornata. Lʼideale è comunque vestirsi a strati. Per esempio, nella mezza stagione, una maglietta traspirante, una giacchetta termica, una felpa, una giacca a vento e calzature calde. Dʼestate si può stare più leggeri, anche in ciabatte e pantaloncini, ma attenzione al vento e allʼumidità dellʼalba e del tramonto! Per sicurezza è meglio indossare sempre un giubbotto salvagente, legare gli occhiali, la macchina fotografica e il binocolo dietro la nuca, non portare oggetti o indumenti di valore e riporre chiavi, portafogli e telefoni in un marsupio o in uno zainetto impermeabile.
[4] Lʼacqua, si sa, è vita. Le aree umide della Sardegna costiera sono delle incredibili riserve di biodiversità e la foce del Liscia non fa eccezione. Gli uccelli si fanno notare più degli altri animali (oltre a quelli elencati nel post, è possibile incontrare decine e decine di altre specie più o meno rare). Ma cʼè anche una nutrita presenza di strani pesci, rettili, anfibi, insetti e mammiferi. La flora dei fiumi mediterranei poi è tutta da scoprire, nella sua varietà di specie, endemismi, infiorescenze, consociazioni, fogge e profumi. Inoltre è sempre interessante lʼosservazione olistica del paesaggio, caratterizzato dallʼimpronta umana passata e recente (a volte in simbiosi, a volte minacciosa).
[5] Noi abbiamo fatto questa bella esperienza in una mezza giornata dʼautunno con Lorenzo Rivella, fotografo naturalista e presidente dellʼassociazione sportiva dilettantistica Gli Amici di Peppe (dal nome di un airone eletto ad "angelo custode" del fiume). Se vuoi fare la tua parte nella tutela del patrimonio dei luoghi che visiti, informati e rivolgiti sempre a guide e associazioni che hanno un approccio realmente etico e sostenibile verso lʼambiente naturale, sociale e culturale del territorio… e occhio al greenwashing!
2022-10-17
2021-10-13
Brand Sardinia nasce per far conoscere le eccellenze della Sardegna nel mondo. Per uno sviluppo economico elevato, distribuito e diluito nei mesi, tutti ricchi di contenuti.
Vogliamo inebriarvi di Sardegna!
Attrarre la vostra attenzione con informazioni, nozioni, indicazioni, racconti, dettagli e professionalità che vi faranno venire voglia di saperne sempre di più. Essere il vostro punto di riferimento per tutto ciò che concerne questa splendida isola. Accompagnarvi in un percorso di conoscenza, aiutarvi nelle scelte più consone alle vostre esigenze che si tratti di una vacanza, di un investimento, di un acquisto o del semplice desiderio di conoscere la vera essenza di questo luogo unico.